Saturday, July 30, 2005

I bronzi di Alvito

Ma perchè, con le loro facce di bronzo, non se ne vanno in esilio insieme al "loro" governatore, non dico ad Hammamet ma almeno nella sua villa di Alvito? Scusate il mio stile sgangherato ma dal mio "esilio dorato" in un'isola dell'Egeo, di cui non posso rivelare il nome per non essere raggiunto dagli inviati speciali di un noto sito web della concorrenza alla continua caccia di scoop (quelli, mi dicono, del dottor Bianchi scambiato per una cortese signora e di Groenink apparso come la Madonna accanto a Spinelli, per intenderci), e stando ben attento alle comunicazioni telefoniche, che si sa (veramente lo sanno tutti meno Fazio, Fiorani, Gnutti e Ricucci), in Italia sono molto ascoltate (non solo da parte dei conversatori), non mi appassiono più di tanto a vicende che non sorprendono più nessuno. Quelle conversazioni provano ciò che tutti sapevano e immaginavano da tempo e, vi assicuro, che anch'io mi ero immaginato scampoli di battute di quel tipo. Salvo che per il bacio che, nella mia perversa fantasia, avevo invece immaginato non sulla fronte ma in altra zona corporea. Quello che mi sorprende è la reazione dei fazisti e degli utili idioti che accorrono al capezzale del moribondo. Non sto parlando del simpatico Picconatore che deve svolgere il suo ruolo di buon samaritano o di Giorgio La Malfa (vi risulta che i figli dei grandi uomini siano mai riusciti ad assomigliare, in meglio, ai padri?). Né mi riferisco a Maroni e alla Lega ai quali qualcuno dovrà garantire un salvacondotto perchè possano cambiare idea dopo che Fiorani ha salvato la loro banca che stava affondando nei debiti. Parlo di quelle decine di senatori e deputati che ci rappresentano in parlamento ed hanno come portavoce gente come Grillo, Pedrizzi, Tarolli, ed ora anche Bondi, secondo i quali un "circuito mediatico giudiziario, peraltro non nuovo alle cronache del nostro paese, mira a delegittimare quella fondamentale istituzione che è la Banca d'Italia, cui dobbiamo la formazione di tanta classe dirigente, la stabilità del nostro sistema creditizio e una porzione non secondaria della nostra stabilità internazionale". Incredibile! Come se non fosse stato proprio Fazio a destabilizzare e a screditare quella fondamentale istituzione e l'Italia stessa nei modi e nei termini che sono riportati purtroppo su tutta la stampa nazionale e internazionale. E ancora più incredibile delle loro aberranti argomentazioni è come possano pensare di fare fessi gli italiani. Che il meltemi se li porti via. καλή νύχτα.

Post Scriptum
Anche qui, e non dubito che siano arrivate anche in Patagonia le storie di baci e pelli d'oca, di false cessioni, lettere retrodatate, di furbetti di quartiere, di porte di servizio e via intercettando, seguono tutti questa telenovela. Un turista giapponese mi dice ora che Fazio avrebbe sospeso anche lui le due opa lodigiane ed avrebbe convocato Fiorani il 3 agosto per comunicazioni. Ma il bacio ancora non aveva avuto l'occasione di riceverlo?

Tuesday, July 12, 2005

Nelle mani della magistratura

Procede a vele spiegate il piano di Fazio e Fiorani per impadronirsi definitivamente di Banca Antonveneta, a dispetto delle magistrature di mezza Italia, degli avvisi di garanzia per reati come false comunicazioni, aggiotaggio, insider trading, ostacolo ad organismo di vigilanza, turbativa del mercato, abuso d'ufficio, falso in bilancio, falso in prospetto, a dispetto di ogni logica di mercato, di ogni regola di trasparenza e delle stesse norme che Banca d'Italia dovrebbe applicare.

Fazio non ha nemmeno atteso che il CdA di Antonveneta esaminasse oggi le due offerte della Lodi, irridendo così anche all'ultimo vincolo formale previsto da una procedura che pure Bankitalia aveva sempre rispettato (quella di pronunciarsi dopo il giudizio del CdA oggetto dell'offerta) e dimostrando in tal modo di non riconoscere alcuna validità al Consiglio in prorogatio e quindi alle stesse sentenze della magistratura.

Che poi Bankitalia si sia pronunciata dopo «una approfondita istruttoria» suona come l'ultimo sberleffo ai pubblici ministeri che hanno scoperchiato il vaso di pandora, trovando di tutto, dalle false comunicazioni alle autorizzazioni concesse sulla base di operazioni solamente annunciate e mai concretizzate, dalle opzioni di acquisto che si sospetta mascherino delle opzioni di vendita ai finanziamenti a tassi di favore nella scalata ad Antonveneta, dalle piste Svizzere e quelle delle isole Cayman, per citare solo alcuni articoli del vasto repertorio e non ricordare anche gli intrecci che da Fiorani portano a Gnutti, ai palazzinari e ad alcune banche estere, passando per l'Unipol ed alle altre grandi vicende di un risiko senza confini.

Tutto ciò, degno della più squallida delle repubbliche delle banane, avviene con la copertura assicurata dal silenzio o dalle reticenze di governo, ministri, segretari, sottosegretari e di tutte le forze politiche, salvo qualche isolata voce che si alza sempre e comunque per interessi di bottega.

Ha dunque ragione il quotidiano la Repubblica nell'affermare che "solo i tribunali (eventualmente) potranno fermare la Popolare di Lodi, la piccola banca di provincia guidata da Gianpiero Fiorani che non aveva i numeri nemmeno per tentare la scalata al bar di fronte ai suoi uffici. Una lunghissima partita sotto la regia del governatore che, alla fine, rischia di risultare vincente (sempre che i tribunali non decidano di radere al suolo tutto questo castello di pasticci, cosa ancora possibile)".

Tralasciamo l'immagine che ormai dell'Italia si sono fatti i mercati internazionali e le conseguenze sulla nostra economia nei prossimi anni, ma che il destino di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie sia in balia di quel "cartello" e che solo la magistratura, tra le istituzioni della nostra repubblica, possa difenderli è un'ipotesi che fino a pochi mesi or sono non avremmo mai preso in considerazione ma è anche qualcosa che tra qualche tempo, quando cominceremo a vedere le conseguenze concrete della realizzazione di questo piano sciagurato, sarà difficile spiegare e giustificare non solo a questi lavoratori e alle loro famiglie ma anche a tutti gli italiani dotati di ragione e del diritto di voto.

Labels:

Saturday, July 09, 2005

Tutti al mare

Sì, come avrete immaginato, sono in ferie. Ma spaparanzato nella mia sdraia sotto l'ombrellone non è che non segua le nostre vicende o che mi manchi l'ispirazione. Il fatto è che la cronaca giornaliera è sempre più senza veli e senza pudori. I nostri eroi parlano sempre più come i personaggi dei miei pezzi, mi rubano il mestiere insomma. Cosa posso opporre ad un Fiorani che mormora "non passa lo straniero" paragonandosi al generale Diaz? Che quel 24 maggio a guidare le truppe italiane c'era Cadorna e non Diaz e che poi fu Caporetto? O che opporre alle polemiche tra scarpari e palazzinari? O a Ricucci che non si riconosce in questa Confindustria? Che non avevamo dubbi visto che è affiliato ad altra nota "associazione"? Sono riusciti a sconfiggere la "realtà" e ci propinano "illusioni". Come per il caldo, non esistono più dati oggettivi. Ma quelli percepiti. Come per la Banca d'Italia non valgono più i terribili ed implacabili "ratios" patrimoniali ma quelli "percepiti", quelli che potrebbero essere un domani. I numeri diventano un'opinione e un'opinione bislacca diventa verità se certificata dalla massima autorità creditizia. Insomma meglio staccare per un pò la spina, lasciare ombra e computer e andare a farmi un bel tuffo in mare, prima che si vendano anche questo.... per rispettare i ratios patrimoniali.