Friday, March 25, 2005

Opa pasquali

Sono colorate e divertenti. Certo non sono di cioccolato ma i nostri bimbi, a loro volta, le ricorderanno con nostalgia. Di quando in famiglia si discuteva di ogni stormir di sopracciglio di Fazio, Fiorani, Gnutti, Doris, delle truppe cammellate del senatore Grillo e di tutta la retroguardia dei politici fazisti. Di personaggi alla Pietro Micca, l'eroico difensore con le stampelle, come quel tal Ennio Doris, che non aveva acquistato azioni Antonveneta per investimento o speculazione che dir si voglia, ma perchè chiamato dalla Patria all'epico sacrificio. Oro alla patria. Fazio, l'arbitro che scendeva in campo per determinare l'esito della partita organizzando cordate, chiamando alla leva obbligatoria o riesumando improbabili Cavalieri bianchi e rossi, cercando di tenere i barbari stranieri ai nastri di partenza mentre gli amici correvano in pista. Impavidi industriali, adusi al silenzio nei consigli d'amministrazione, che si strappavano le vesti per la presunta scorrettezza olandese di annunciare la possibilità di un'Opa e non li sfiorava neppure il pensiero che chi dice di avere in tasca più del 30% di una banca, come i loro «compari di cordata» avevano fatto, abbia un preciso obbligo di Opa, che preclude i papocchi delle scatole cinesi e tutela la correttezza del mercato. E che dire della "reciprocità"? Ricordate? I Fratelli De Angelis ne fecero il tormentone estivo del 2005 sulle spiagge italiane. Parlare di reciprocità in un mercato unico, che barzelletta. E nessuno che dicesse che, con l'offerta fatta dal Bbva, le Generali sarebbero diventate il secondo azionista nella Banca spagnola. Ma forse era troppo pretendere che i nostri politici di destra e di sinistra comprendessero quello che stava succedendo. Perché il mercato che forse avevano ancora in mente era il loro vecchio mercato delle vacche. Demoralizzante dover riconoscere che solo Siniscalco, guarda caso un non politico, dicesse le cose più intelligenti sull'argomento. Certo quella volta ci giocammo la possibilità di diventare un paese moderno e sviluppato. Ed ora ci restano queste opa pasquali divertenti e colorate a futura memoria. Ma come, non ricordate più come andò a finire? Ma buon Dio, Galliani Presidente, Zamparini Vicepresidente, Della Valle segretario aggiunto. Siamo in Italia, no?

Monday, March 21, 2005

Operazioni "svizzere"

Ogni occasione è buona per una rimpatriata. Ci fanno sapere che ieri il Ministro degli Interni Pisanu ha incontrato Fiorani ad una cena tenuta presso la Bipielle city e che oggi il Ministro del Welfare Maroni inaugurerà l'asilo aziendale della Bipielle. La cosa non mi sorprende visto che il Senatùr propone da tempo Lugano, patria di tutte le operazioni "svizzere", come capitale della Padania. Attendiamo in proposito il parere del senatore Grillo.

Sunday, March 20, 2005

Unabomber

E così Fazio e i compagni di merende sono rimasti con il candelotto in mano. C'è poco da dire e da svelare su quanto sta accadendo. I giochi sono scoperti e le reazioni scomposte la dicono lunga sulla sorpresa che ha colto alcuni personaggi della sceneggiata che credevano di avere già vinto la partita su Antonveneta e i portafogli pieni. Finanziati e azionisti, finanziatori e scalatori, azionisti double face e rastrellatori, sedicenti difensori nordestini della patavinità e dell'italianità vengono a galla, mostrando la vera anima dell'allegra compagnia. Hanno fatto un mercemonio disgustoso tra Roma, Lodi e Padova ed ora vogliono dare anche lezioni di correttezza. Non c'è davvero limite alla pubblica decenza. Negli affari, come in amore, non ci saranno regole, ma almeno gli olandesi giocano la loro partita sul rettangolo di gioco. Non so come andrà a finire. Forse non ci sarà Opa. Probabilmente troveranno un compromesso e qualcun altro scenderà in campo a mettere tutti d'accordo. Ma intanto, lasciatemi dire che, per l'ennesima volta, la realtà supera sempre la fantasia....e la mia satira. Accidenti, rimarrò disoccupato se anche Bertinotti è più liberista di Berlusconi.

Friday, March 11, 2005

Elogio dello sbafo

Dal sito della Fabi Antonveneta: "Quando ci copiano la rassegna stampa ne siamo felici perchè conferma la bontà del nostro lavoro e contribuisce alla diffusione dell'informazione che, per noi, è il sale della democrazia". Dal sito della Uilca Antonveneta: "Se ci copiano la nostra rassegna stampa non ci offendiamo: sappiamo in che mondo viviamo. Noi continuiamo a pagare gli articoli che pubblichiamo per darvi in anteprima questo servizio. Gli altri arriveranno sempre dopo". Dal raffronto tra le due rassegne stampa si capisce benissimo chi è il copione. O meglio chi era, anche se ogni tanto l'articolo è così succulento che non si può resistere. Ma si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Mi chiedo: ma in certi sindacati non ce l'hanno un piccolo budget anche per la stampa? Così, giusto per chiudere questa buffa diatriba. E non confondiamo lo scrocco con la democrazia per favore.

Tuesday, March 08, 2005

Le Idi di Marzo

Era meglio quando si stava peggio. Vecchio adagio popolare che non tramonta mai. Lo scontro per Antonveneta è arrivato a livelli irakeni, senza esclusioni di colpi più o meno bassi, e da un momento all'altro c'è da aspettarsi un attacco al palazzo dell'Onu o alla Crocerossa. Fate voi. Gli olandesi impantanati nella campagna d'Italia e nelle levantine trame della politica nostrana sembrano prepararsi allo scontro frontale mentre Fiorani prosegue nella sua spregiudicata campagna acquisti. Sono di queste ore i particolari dell'acquisizione a 18 mesi del pacchetto (5%) di Benetton in Antonveneta a fronte di un prestito di 350 milioni (di euro). Così mentre Antonveneta fa pulizia nei conti e chiude i rubinetti ai soci, Lodi lancia la ciambella di salvataggio senza badare a spese, ché tanto c'è Bankitalia a vigilare. Si vis pacem para bellum. Se vuoi la pace prepara la guerra, dicevano gli antichi romani tremila anni fa. Non so se ad Amsterdam conoscono questo detto latino, ma Cesare deve essere passato anche da quelle parti e forse il concetto lo hanno afferrato. Dopo qualche secolo c'è un altro Cesare a Roma, e questo difficilmente si farebbe pugnalare alle Idi di Marzo. E come volevasi dimostrare (leggi tutti i nostri pezzi sull'argomento) tutte le strade conducono a Roma. Si chiama gioco di squadra e lo fanno proprio bene. Lo dico per l'ennesima volta: Fazio, Fiorani e Geronzi non giocano partite differenti e non hanno obbiettivi contrastanti. Ognuno svolge il suo ruolo alla perfezione e l'obbiettivo finale è la grande banca vaticandicciromana, con la benedizione del Santo di Padova. Che poi Bruto uccida Cesare farà parte della storia futura, ma di certo la resa dei conti non è per ora. Sull'altra sponda gli olandesi cercheranno di rimetterci il meno possibile e semmai di guadagnarci qualcosa. Vedrete che finirà così, tutti contenti e soddisfatti. E sapete che vi dico? Tra le tante ipotesi che circolano quella che preferisco è ovviamente una crescita autonoma di Antonveneta ma, a meno di sorprese da Bruxelles, mi adeguo. Insomma, aridatece Cesarino.