La scalata ad Antonveneta
Il banchiere Gianpiero Fiorani e Chicco Gnutti fanno squadra nella partita su Antonveneta. Sotto l'occhio benevolo del governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, stanno facendo di tutto, con discreto successo, per mettere all'angolo gli olandesi del gruppo Abn Amro, soci principali dell'istituto veneto. Ma la cosa non sorprende affatto perchè l'intesa non nasce adesso. L'amichevole collaborazione tra Fiorani e Gnutti va molto al di là dell'attacco ad Antonveneta. A unirli c'è un network di affari comuni, conclusi senza troppa pubblicità. Non per niente le società riconducibli al finanziere bresciano (Hopa e Fingruppo) hanno investito circa 170 milioni di euro nel gruppo bancario di Lodi, che a sua volta tiene immobilizzati circa 200 milioni di euro nel capitale di Hopa. Dietro le quinte, però, spunta una ragnatela di rapporti più complessa.
SVIZZERA
A Lugano la Popolare Lodi controlla da qualche anno la Bipielle Suisse, già Adamas. Nel 2003, la banca di Fiorani porta la sua quota dal 75 all'86 per cento. Gnutti attraverso la sua Fingruppo holding, compra il 9 per cento dell'istituto svizzero. Il prezzo viene pagato in parte in contanti (4 milioni di euro), il resto in titoli (1,6 milioni di azioni) della Bipielle retail. Ovvero la subholding della Popolare Lodi in cui erano concentrate alcune partecipazioni bancarie. Pochi contanti, quindi, e molta carta, come al solito. Non solo. Fiorani si riprende a titolo di pagamento la quota di una società che già controlla ampiamente. Il gruppo Popolare Lodi, infatti, nel 2003 possedeva già il 90 per cento circa di Bipielle retail. Ma quanto vale il 9 per cento della Bipielle Suisse? Nel bilancio del 2003 quel 9 per cento viene iscritto per 19 milioni e quindi il capitale totale della banca di Lugano deve essere di circa 210 milioni. Fiorani nel 98 pagò 30 milioni per il 60% della banca svizzera. Dunque Gnutti non ha badato a spese per entrare con quel 9%. Ma Fiorani ricambierà presto il favore con la creazioni di Reti bancarie spa.
RETI BANCARIE S.P.A.
Gnutti, via Fingruppo, nel 2002 comprò 18 milioni di azioni Bipielle retail valutati in bilancio 100 milioni di euro. A che scopo, si chiese il mercato? La risposta arriva a fine 2003 quando Fiorani vara l'ennesimo riassetto del gruppo creditizio lodigiano. Bipielle retail esce di scena e, tramite una serie di scorpori e fusioni, nasce Reti bancarie, quotata in Borsa. Gnutti festeggia. Si libera prontamente della sua quota di Bipielle retail (assorbita dalla neonata Reti bancarie) con un guadagno per Fingruppo di 32 milioni. Senza questa provvidenziale plusvalenza la holding bresciana sarebbe andata in perdita per circa 17 milioni nel 2003.
FINGRUPPO E POPOLARE DI LODI
La coppia di amici naviga a vele spiegate e lo scambio di favori prosegue. È ancora Gnutti a trovare a Lodi una sponda sicura. Nel dicembre 2003 Fingruppo vara un aumento di capitale. Non tutti i soci della finanziaria, in gran parte imprenditori di Brescia e dintorni, sono disposti ad aprire il portafogli. Ma ecco che entra in scena Hi-spring, una società in cui Gnutti raccoglie alcuni alleati fidati. Hi spring compra l'8,5 per cento di Fingruppo (poi salito fino all'11 per cento) con un investimento di 54 milioni di euro. Da dove arrivano questi soldi? Provvede a tutto la banca di Lodi che accorda alla società di Gnutti e amici un prestito di 33,2 milioni. Inoltre tramite la propria controllata Hopa, alleata della Pirelli di Marco Tronchetti Provera, Fingruppo gioca anche un ruolo importante negli assetti di controllo di Telecom Italia. Una partecipazione di prestigio, ma anche molto costosa. E allora, con tanta carne al fuoco, Gnutti e soci negli ultimi due anni sono stati costretti più volte a fare provvista di nuovi mezzi finanziari. Così, nel gennaio 2004, insieme all'aumento di capitale Fingruppo lancia anche un prestito obbligazionario da 140 milioni. E ancora una volta gioca un ruolo decisivo la Popolare di Lodi dell'amico Fiorani. L'alleato bresciano di Fiorani si trova in una posizione piuttosto delicata ora con Lodi. Con una quota di poco superiore al 2%, Fingruppo è un socio importante della Popolare, una banca cooperativa con il capitale diviso tra migliaia di piccoli azionisti. Nel consiglio di amministrazione dell'istituto di credito siede Osvaldo Savoldi, socio della stessa Fingruppo. In questo groviglio di interessi, spesso in conflitto tra loro, vale la pena di sottolineare un fatto. Gnutti e i suoi amici hanno rafforzato la presa su una finanziaria azionista della Popolare Lodi grazie ai prestiti della stessa Popolare Lodi e che da luglio 2005 il bond di 140 milioni può essere convertito in qualsiasi momento e quindi potenzialmente la Lodi potrebbe diventare, in base al rapporto di conversione, il più importante azionista con il 20% di Fingruppo.
UNIPOL E FINEC
Ma a quanto pare a Brescia e Lodi non se ne fanno un problema. Dopo Banca Lombarda, Monte dei Paschi, Bnl, adesso tocca all'Antoneventa in tandem con Fiorani e con l'Unipol guidata da Giovanni Consorte, un altro amico e socio storico di Gnutti (tra l'altro entrambi sono finiti sotto inchiesta a Milano per insider trading). Guarda caso, la compagnia di assicurazioni della Lega delle cooperative vanta importanti legami d'affari anche con la Popolare Lodi. Sul famoso bond di 140 milioni, oltre gli amici di Gnutti, è entrato anche un altro soggetto: la Finec Holding, una finanziaria che per il 39% fa capo a Unipol, per il 35% a una serie di cooperative e per il 21% ai bresciani. Ha una peculiarità Finec: oltre alle Coop è l'unico soggetto ammesso al capitale di Holmo (e anche il più importante con il 20%), la superholding che sta in cima a Unipol.
AURORA E RETI BANCARIE
Abbiamo già visto che Reti Bancarie Holding è la capofila quotata delle banche del gruppo Popolare Lodi. Se si arrivasse a un'integrazione con Antonveneta, secondo le ipotesi più attendibili sarebbe Reti Bancarie (che è una spa) e non la Lodi (una cooperativa) l'incorporante. E' qui, in Reti Bancarie, che l'Unipol da qualche mese ha messo radici. Lo ha fatto tramite l'Aurora Assicurazioni che si è messa d’accordo per la vendita in esclusiva agli sportelli delle sue polizze. Poi Aurora ha comprato fino all'8%, diventando il secondo azionista di Reti Bancarie e sindacando la sua quota con il 65,5% della Lodi. Così se si andasse a un concambio, Unipol metterebbe sulla bilancia, oltre al 2% di Antonveneta, anche la partecipazione in Reti Bancarie.
Dunque, legami strettissimi al punto che sembra quasi attivarsi, quando serve o quando qualcuno chiama, un meccanismo di mutuo soccorso, come nel caso delle obbligazioni Fingruppo. E' capitato anche con i prestiti Hopa. Scavando nel passato (2002) se ne trova uno da 165 milioni convertibile alla scadenza (2007) tutto in azioni Hopa o per due terzi in azioni Telecom: è quello che è finito interamente nel portafoglio di Antonveneta. Questo fa anche di Antonveneta un soggetto con un certo potere all'interno di Hopa: che succederebbe se la banca padovana finisse in mani poco gradite?
Fonti: L'Espresso e il Corriere della Sera
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