Thursday, August 11, 2005

Spezzatino di Ferragosto

In attesa dei nuovi ulteriori sviluppi dell'inchiesta giudiziaria e dei ricorsi della Lodi (di cui però si parlerà da metà settembre in poi) che potrebbero di nuovo sparigliare il "gioco" ed a prescindere da essi, vale la pena comunque di esaminare le varie soluzioni che sembrano oggi sul tavolo per uscire dall'impasse determinatasi nella vicenda della scalata ad Antonveneta.

Al momento appare alquanto improbabile, alla luce anche degli indirizzi che hanno preso le inchieste giudiziarie, che Consob e Banca d'Italia possano sbloccare le due Opa di BPI. E' plausibile infatti che, per non commettere altri passi falsi, si attenda almeno qualche settimana prima di prendere una qualche decisione, fintantochè appunto i pm non abbiano messo alcuni altri punti fermi nell'inchiesta con il filone della cessione delle minorities e del ruolo delle banche estere. Piuttosto non sorprenderebbe che arrivasse una revoca definitiva non solo dalla Consob ma anche da via nazionale dove a gestire la partita sembra ora lo schieramento che si contrappone al governatore il quale, al momento, appare fortemente indebolito.

In entrambi i casi, di stallo o di revoca, è evidente che le Autorità, coordinandosi con gli stessi magistrati, dovranno adoperarsi per ricercare una soluzione, non essendo accettabile che questa situazione nella governance dei due Istituti si protragga oltre nel tempo. Il ventaglio di problematiche, possibilità e sviluppi è molto ampio e va dal commissariamento della BPI, all'entrata in scena di un cavaliere bianco che rilevi la Popolare di Lodi e Antonveneta, alla cessione delle azioni, all'accordo tra Lodi e olandesi solo per citarne alcuni che campeggiano quotidianamente su tutti i giornali.

Restringiamo il campo di questa riflessione a quelle che allo stato dell'arte sono le tre ipotizzabili vie d'uscita per la Popolare italiana più accreditate dalla stampa e dagli esperti:
1) cessione della partecipazione ad Abn Amro, previo accordo su una fetta di sportelli (si parla di 400, 300, 100) e su Interbanca, che rimarrebbero all’ex Lodi;
2) analogo accordo con un grande istituto nazionale (si è fatto il nome di Banca Intesa;
3) vendita tout court del pacchetto del 29,9% di Antonveneta a un istituto estero.

Oggi credo che le ipotesi 2) e 3), soprattutto quest'ultima, siano abbastanza remote anche se non improbabili, e spiego il perché. Il faro della magistratura si sta dirigendo sempre più insistentemente sul ruolo svolto in tutta la vicenda dalle Banche estere che hanno sostenuto Fiorani e non costituirebbe una sorpresa una qualche clamorosa novità in questa direzione. E' ipotizzabile da parte di chi è entrato nel mirino della magistratura esporsi e farsi coinvolgere ancor più in questa vicenda? A meno che sulla scena non compaia qualche altro colosso internazionale non ancora coinvolto in questa lurida storia. Ma qui entreremmo nel campo della fantafinanza.

Anche l'ipotesi 2) ancorchè meno peregrina non mi sembra al pari credibile. Infatti non si capisce perchè Banca Intesa, tutta protesa a svilupparsi fuori dall'Italia come Unicredit, debba prendersi questa "rogna" da cui non avrebbe nulla o quasi da guadagnarci e che non rientra nelle sue strategie di lungo respiro. Senza dimenticare che ogni altra ipotesi diversa dalla 1) comporterebbe una causa per danni milardaria da parte di Abn Amro.

Rimane dunque in piedi l'ipotesi 1). Il responsabile della nostra organizzazione, Umberto Baldo, ha già espresso alcuni duri giudizi nel suo editoriale del 3 agosto su questa ipotesi e non ci torno sopra. Voglio però aggiungere alcune considerazioni sulle quali invito tutti a riflettere.

Si dice che negli affari tutto è lecito ed è anche comprensibile che Abn Amro voglia chiudere quanto prima questa vicenda che tiene immobilizzati miliardi di investimenti. Esiste però anche una morale e una decenza di cui a volte anche negli affari non è possibile non tener conto, in questo caso non solo da parte dei vertici olandesi ma anche da parte di tutti i soggetti coinvolti in un eventuale accordo, le Autorità che regolano il mercato e la magistratura.

Abbiamo visto come la Banca Popolare di Lodi e i suoi alleati abbiano diffuso comunicazioni false al mercato sulle azioni Antonveneta possedute, hanno mancato di rivelare l’esistenza di un patto di sindacato, hanno usato a piene mani società di comodo, hanno commesso altre violazioni gravissime che comportano reati come false comunicazioni, aggiotaggio, insider trading, ostacolo ad organismo di vigilanza, turbativa del mercato, abuso d'ufficio, falso in bilancio, falso in prospetto. Conosciamo il ruolo che ha svolto la massima autorità di Bankitalia. Abbiamo tutti letto le intercettazioni telefoniche. Noi non ci siamo stracciati le vesti per la violazione della privacy ma di quelle intercettazioni abbiamo colto tutto lo scandalo e il disgusto che invece non hanno suscitato nel governo e in molti politici non solo della maggioranza ma anche dell'opposizione, per il malaffare, per quelle connessioni, quei rapporti di complicità, le manipolazioni, la statura morale di quei protagonisti, lo spaccato di indegnità morale e corruzione che rivelano.

In quelle intercettazioni, nelle dichiarazioni successive, nelle inchieste giornalistiche, nemmeno in una frase, abbiamo letto qualcosa, un solo pensiero, che si ricordasse almeno una volta di un convitato da tutti dimenticato: i lavoratori, le loro famiglie. Nessuno che si sia mai interessato del destino di quelle migliaia di persone, con le loro storie personali, i loro bisogni, le loro preoccupazioni, paure ed aspirazioni, che fanno prosperare un'azienda con i loro sacrifici e il loro lavoro e che vivono grazie a questa ricchezza da loro creata. Tutto questo è rimasto al di fuori di ogni considerazione.

Qualcuno ha preso in ostaggio quest'azienda con tutto il suo personale ed ora, ancorchè individuato e smascherato, chiede ancora un riscatto. Voglio sperare che Consob, Bankitalia, la magistratura, olandesi e i lodigiani si rendano conto che questo è indegno e immorale quanto le azioni che hanno posto in essere quei personaggi al centro dello scandalo e che riescano a trovare una soluzione che non penalizzi i lavoratori attraverso quello che si sta invece configurando come uno spezzatino (400 sportelli + interbanca!!!) del nostro istituto, lo smembramento e la distruzione del corpo unitario dei lavoratori, un futuro di incognite e preoccupazioni per centinaia di essi.

Non è accettabile per i lavoratori e le organizzazioni sindacali che li rappresentano una soluzione che oltre che il danno già procurato rappresenterebbe una beffa insopportabile. Il Sindacato e i lavoratori di Banca Antonveneta non saranno mai disponibili a soluzioni - come già hanno affermato in Assemblea - che dimentichino la centralità del lavoro, le garanzie per l’occupazione, il confronto su qualsiasi progetto o accordo che abbia ricadute sul personale, arrosti o spezzatini che siano.
"Perché i lavoratori in questa Azienda, nella sua Storia, nel suo domani, credono veramente".

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