Wednesday, May 25, 2005

Antonveneta-Bipielle come Parmalat?

In principio fu l'intervento delle Procure, poi l'acquisizione dei primi documenti e i primi avvisi di garanzia, ora le perquisizioni, i sequestri di documenti, i conti in Svizzera e le isole Cayman: il film sembra già visto e rivisto, l'ennesimo sequel di "Non aprite quella porta". Alla luce del quadro che si va delineando non mi meraviglierei se spuntasse fuori qualche "ulteriore" ipotesi di reato e provvedimento da parte del Tribunale di Milano. Secondo la "Lettera Finanziaria" di Giuseppe Turani, Fiorani & soci avrebbero comprato i titoli della banca padovana tra dicembre e gennaio attraverso una cinquantina, o forse più, di conti bancari dislocati in Svizzera, Austria e Turchia. Di questi per ora solo alcuni sono stati individuati dalla Procura di Milano, che lo scorso 17 maggio ha iscritto 23 persone nel registro degli indagati, tra cui lo stesso Fiorani e il finanziere bresciano Emilio Gnutti, con le ipotesi di reato di aggiotaggio e ostacolo all'attività di vigilanza da parte delle autorità di mercato. Dietro questa ragnatela di finanziamenti, partecipazioni e conti all'estero, ci sarebbe la Bpl Suisse, la controllata svizzera di Bpl su cui la procura sta indagando. E che risulterebbe essere anche il principale azionista della stessa Popolare di Lodi. Questo è quanto trapela, secondo quella testata giornalistica, dagli ambienti giudiziari milanesi. Se l'evoluzione di questa vicenda dovesse prendere, come pare, questa direzione, credo dovremmo essere tutti molto preoccupati, non solo i dipendenti dei gruppi Antonveneta e Bipielle in primo luogo, ma anche il governo e le forze politiche che nell'arco di qualche giorno o settimana si troveranno, dopo tanto silenzio-assenso, a interrogarsi per l'ennesima volta di come sia potuto accadere, e a discutere dei poteri del governatore, di tutela del mercato, del risparmio e dei piccoli azionisti. Che almeno ci risparmino questo abominevole spettacolo e rimangano nel loro attuale assordante silenzio.