Sunday, February 20, 2005

Le tre scimmiette

Una volta non sentivano, non vedevano e non parlavano. Poi si sono evolute e nella trasmissione di Simona Ventura fanno qualcosa in più. Ma quando sono venute a contatto con i banchieri hanno subito una vera e propria mutazione. E da tre si sono moltiplicate, anche se parlano comunque la stessa lingua, quella del governatore di Bankitalia. Che fa finta di non capire e a precisa richiesta risponde come se la domanda fosse un' altra. Così la commissione Europea chiede se esistono ostacoli all'acquisizione di Banche italiane da parte di banche estere e il nostro Fazio, in coro con gli altri banchieri che contano, risponde che non c’è paese dove le banche straniere posseggano quote in istituti bancari in misura più ampia di quanto avviene da noi in Italia. Con il che pensano di essersi liberati di questi fastidiosi rompiscatole d'oltralpe che vengono a schiacciare le uova nel loro dorato paniere. Peccato che il Commissario per il mercato interno Charlie McCreevy parlasse di controllo, che è tutt'altra cosa. Ma nel pianeta delle scimmie la logica e la conoscenza delle lingue sembrano degli optional inutili per quanto sono abituati a fare e disfare a proprio piacimento comandando a bacchetta politici e giornalisti di cui conservano ingombranti e utili scheletri negli armadi. Così a noi schiavi umani, consumatori, clienti, piccoli investitori e dipendenti del settore non resta che raccomandarci ai Santi Tabacci e Lamalfa che riescano almeno a non far infinocchiare il parlamento con il furbesco imbroglio dell'italianità. Ma forse è un'impresa disperata in un'Italia che avendo sempre protetto un mercato dove nuotano solo falsi imprenditori, speculatori e finanzieri d'assalto è costretta ora a svendere anche gli ultimi superstiti gioielli di famiglia a russi, libici e cinesi. Si, è rimasta la Fiat, ma per quella gli americani hanno preferito pagare una pesantissima penale piuttosto che affogare nella sua crisi ormai cronica. Perchè 'cà nisciuno è fesso dicono a Detroit.