I nuovi barbari
Che Paolo Panerai e Gianpiero Fiorani non si amassero era noto a tutti. Ma non avremmo mai creduto che l'antipatia si potesse spingere fino al punto di denunciare il direttore di Milano Finanza per diffamazione. Nel suo consueto fondo del sabato, Orsi & Tori, il giornalista non infieriva poi più di tanto, dando notizie e commenti che altre autorevoli testate ultimamente pubblicano anche con maggior risalto e dovizia di particolari, dagli strani intrecci con le società di Gnutti alle buche di percorso (inchieste giudiziarie, processi, indagini e perquisizioni della Guardia di Finanza). Corriere della Sera, Repubblica, il Riformista, L'Espresso, Panorama, il Mondo, hanno aperto un osservatorio permanente sulle attività del finanziere e spesso con toni anche ben più pesanti della testata milanese. Cosa abbia scatenato questa reazione improvvisa e mirata non è dato sapere. Né è ipotizzabile che nelle edicole di Lodi arrivi solo Milano Finanza. A meno che in Bipielle, impegnati a lavorare 14-15 ore al giorno, come ci fanno sapere dalle tavole imbandite di Palazzo Chigi, non si dedichino alla lettura solo in una breve pausa il Sabato mattino. Comunque sia una tale reazione denota certamente un alto indice di nervosismo in quel di Lodi. Tra patti che saltano, inchieste della Commissione europea, resistenze e fari della stampa puntati non sembra andare tutto liscio come sperato. Stare sotto le luci della ribalta non è facile per nessuno, tantomeno quando si ha la presunzione di voler recitare da protagonisti. E la classe non si inventa.
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