"In attesa di collocazione"
Si fa un bel dire che, dopo il successo della campagna per le esodazioni, Banca Antonveneta debba ricollocare negli organici i lavoratori "in attesa di collocazione", quando l'Istituto stesso si trova nella medesima condizione, in attesa che si concluda la partita che lo vede al centro della contesa.
I lavoratori hanno comunque ragione e bene fa il sindacato a porre questa rivendicazione come centrale nei prossimi incontri con la nuova, ancora indecifrabile, delegazione aziendale.
Intanto assistiamo giornalmente alle elucubrazioni giornalistiche sugli assetti societari e sul futuro di Antonveneta, pratica masturbatoria che sembra aver contagiato anche quei sindacati del secondo tavolo che, avviliti dalle loro rappresentazioni da teatrino di avanspettacolo, cercano forse con nostalgia un palcoscenico che un dì calcarono con migliori fortune. Quanto coraggio ci vuole a dire che questa è una partita truccata e che l'ipotesi Popolare di Lodi, così come è disegnata, sarebbe una sventura per i lavoratori (e per gli azionisti)? Che l'assetto di controllo che si paventa nel caso Bipielle sottende unicamente a logiche di tipo finanziario, in cui Antonveneta diventerebbe sponda per la soluzione di problematiche di puro potere politico e finanziario? Invece eccoti sfornata una logorroica asettica lezioncina di quanto quotidianamente ci propinano le testate giornalistiche specializzate e non (fino ai più improbabili giornalini comunali), scambiando una oscenità di Berlusconi per una di Fazio, per arrivare infine all'amara autoconfessione: al sedicente "sindacato più rappresentativo di Banca Antonveneta" non resta che "assistere". Semplici spettatori. Niente altro da dire se non la consolatoria (e d'obbligo) affermazione che ora i frutti oltre che dalla banca (e dagli azionisti aggiungiamo noi) devono essere raccolti anche dai lavoratori? Meno male che c'è il sindacato più rappresentativo di Banca Antonveneta a difenderli: i lavoratori potranno dormire sonni tranquilli.Che devo dire in conclusione? Per fortuna la forza la fa l'unità vera, quella dei lavoratori, non l'unità che intendono certi sindacati, anche loro in attesa di collocazione.
I lavoratori hanno comunque ragione e bene fa il sindacato a porre questa rivendicazione come centrale nei prossimi incontri con la nuova, ancora indecifrabile, delegazione aziendale.
Intanto assistiamo giornalmente alle elucubrazioni giornalistiche sugli assetti societari e sul futuro di Antonveneta, pratica masturbatoria che sembra aver contagiato anche quei sindacati del secondo tavolo che, avviliti dalle loro rappresentazioni da teatrino di avanspettacolo, cercano forse con nostalgia un palcoscenico che un dì calcarono con migliori fortune. Quanto coraggio ci vuole a dire che questa è una partita truccata e che l'ipotesi Popolare di Lodi, così come è disegnata, sarebbe una sventura per i lavoratori (e per gli azionisti)? Che l'assetto di controllo che si paventa nel caso Bipielle sottende unicamente a logiche di tipo finanziario, in cui Antonveneta diventerebbe sponda per la soluzione di problematiche di puro potere politico e finanziario? Invece eccoti sfornata una logorroica asettica lezioncina di quanto quotidianamente ci propinano le testate giornalistiche specializzate e non (fino ai più improbabili giornalini comunali), scambiando una oscenità di Berlusconi per una di Fazio, per arrivare infine all'amara autoconfessione: al sedicente "sindacato più rappresentativo di Banca Antonveneta" non resta che "assistere". Semplici spettatori. Niente altro da dire se non la consolatoria (e d'obbligo) affermazione che ora i frutti oltre che dalla banca (e dagli azionisti aggiungiamo noi) devono essere raccolti anche dai lavoratori? Meno male che c'è il sindacato più rappresentativo di Banca Antonveneta a difenderli: i lavoratori potranno dormire sonni tranquilli.Che devo dire in conclusione? Per fortuna la forza la fa l'unità vera, quella dei lavoratori, non l'unità che intendono certi sindacati, anche loro in attesa di collocazione.
2 Commenti:
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D'accordo che la Popolare di Lodi è una iattura per dipendenti e azionisti. Gli uni finirebbero in un gruppo dove le relazioni sindacali mi dicono siano a livello di guerre puniche e il personale sia trattato come nelle galere romane (intese come navi), gli altri vedrebbero diluite le loro quote e sarebbero relegati in una posizione di minoranza. Senza dimenticare che Antonveneta patrimonializza il doppio di Lodi e quanto a redditività, se non sbaglio, occupa la nona posizione o giù di lì mentre Lodi si trova al trentatreesimo posto. Che razza di istituto verrebbe fuori da una banca che nel bene o nel male assomiglia a una Banca e un gruppo invece che assomiglia di più a una matrioska? Non nascondo che faccio il tifo per Abn Amro anche se non saranno stinchi di santi nemmeno loro a confronto di Fiorani.
Ma avverto un pericolo anche con gli olandesi. Non è che finiremo alla fine della giostra con Capitalia? Mi rispondo da solo: meglio con Capitalia controllata da Abn che con Fiorani e poi magari finire tutti insieme appassionatamente in Capitalia controllata da quella che chiami la trimurti del credito: Fazio-Geronzi-Fiorani. Ma ho paura che sarà una bella battaglia giocare in trasferta contro Fiorani, Fazio e Berlusconi. Così all'augurio "vinca il migliore" rispondo come il paròn Rocco ai tempi del Padova: "Ciò, speremo de no".
Firmato: un aficionado fabipentito
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