Mamma, li turchi !!!
No, non è il grido di allarme e di dolore dei leghisti nella loro anacronistica e ridicola battaglia. Piuttosto ne è la nemesi, perchè "li turchi" sono già arrivati, nel Paese e in Antonveneta. "Li turchi" al Ministero del Lavoro o del Welfare che dir si voglia. Guarda caso con la bandiera della Lega Nord. Dunque se l'economia va a scatafascio, mentre già la raffica di aumenti per tariffe, bolli, benzina, gasolio e autostrade si mangia il ridicolo taglio delle tasse, che ti trova il ministro per risolvere ogni problema? Ma è ovvio, la riforma dell'art.18, la panacea di tutti i mali d'Italia.
E "li turchi" travestiti da nordestini si annidano nel consiglio d'amministrazione di Antonveneta, pronti a fare da cavallo di troia per nuove invasioni barbariche. Qualcuno se ne è accorto ma le difese innalzate fanno acqua da tutte le parti. Come è possibile parlare di "veneticità" di una banca che vorrebbe avere una vocazione nazionale ed internazionale ed è quotata in borsa? Certo è una battaglia legittima quella di coloro che vorrebbero il ponte di comando a Padova. Ma sono altre le cose alle quali si dovrebbe guardare. Ogni progetto andrebbe valutato per la sua idoneità a creare valore aggiunto e sviluppo e a non disperdere un patrimonio culturale, economico e professionale. E questo farebbe anche un accorto investitore che non voglia solo fare speculazione. E allora una eventuale fusione con Bipielle soddisferebbe queste condizioni? Una fusione con un gruppo che è al trentesimo posto per redditività e che quanto a patrimonializzazione è messo peggio di Antonveneta? Un gruppo che fonda le sue "origini" e la sua espansione su operazioni a dir poco discutibili e men che chiare, come l'acquisto della Banca Rasini, nota a tutti per essere la Banca della mafia?
Poi sappiamo che sui mercati finanziari e in borsa sono i soldi che contano e che se a Bill Gates venisse in mente di comprarsi Antonveneta nessuno potrebbe impedirglielo se non il grande controllore che esercita un potere al di fuori di ogni regola di mercato e delle stesse leggi comunitarie.
Ecco questo è il punto. La Bipielle non ha neanche i soldi per comprarsi Antonveneta e offre figurine di un bene che non vale niente e qualche spicciolo al tavolo dei "turchi". Ma questi "turchi" sono sensibili alle sirene del potere finanziario e delle sue trame al di sopra di un "mercato" che purtroppo in Italia è solo una parola vuota e che descrive unicamente quello che si decide nei salotti di via Nazionale a Roma o nella villa di Arcore. E allora aspettiamoci un bel regalino sotto l'albero di Natale. Se poi Babbo Natale non si farà vivo ci sarà ancora tempo per la Befana.
E "li turchi" travestiti da nordestini si annidano nel consiglio d'amministrazione di Antonveneta, pronti a fare da cavallo di troia per nuove invasioni barbariche. Qualcuno se ne è accorto ma le difese innalzate fanno acqua da tutte le parti. Come è possibile parlare di "veneticità" di una banca che vorrebbe avere una vocazione nazionale ed internazionale ed è quotata in borsa? Certo è una battaglia legittima quella di coloro che vorrebbero il ponte di comando a Padova. Ma sono altre le cose alle quali si dovrebbe guardare. Ogni progetto andrebbe valutato per la sua idoneità a creare valore aggiunto e sviluppo e a non disperdere un patrimonio culturale, economico e professionale. E questo farebbe anche un accorto investitore che non voglia solo fare speculazione. E allora una eventuale fusione con Bipielle soddisferebbe queste condizioni? Una fusione con un gruppo che è al trentesimo posto per redditività e che quanto a patrimonializzazione è messo peggio di Antonveneta? Un gruppo che fonda le sue "origini" e la sua espansione su operazioni a dir poco discutibili e men che chiare, come l'acquisto della Banca Rasini, nota a tutti per essere la Banca della mafia?
Poi sappiamo che sui mercati finanziari e in borsa sono i soldi che contano e che se a Bill Gates venisse in mente di comprarsi Antonveneta nessuno potrebbe impedirglielo se non il grande controllore che esercita un potere al di fuori di ogni regola di mercato e delle stesse leggi comunitarie.
Ecco questo è il punto. La Bipielle non ha neanche i soldi per comprarsi Antonveneta e offre figurine di un bene che non vale niente e qualche spicciolo al tavolo dei "turchi". Ma questi "turchi" sono sensibili alle sirene del potere finanziario e delle sue trame al di sopra di un "mercato" che purtroppo in Italia è solo una parola vuota e che descrive unicamente quello che si decide nei salotti di via Nazionale a Roma o nella villa di Arcore. E allora aspettiamoci un bel regalino sotto l'albero di Natale. Se poi Babbo Natale non si farà vivo ci sarà ancora tempo per la Befana.
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