E i governi stanno a guardare
Ieri ho parlato di Banche alla canna del gas riferendomi alle banche europee che, a dispetto del fatto che tutti i riflettori siano puntati sulle big americane, se la passerebbero peggio di quelle a stelle e strisce. Titoli tossici per 1.200 miliardi di dollari e la necessità di raschiare il fondo del barile svendendo i patrimoni immobiliari ai prezzi attuali di mercato sono la prova che il sistema bancario europeo è alla canna del gas. Mauro Bottarelli individua chi provocherà la scintilla che farà saltare tutto: la Germania.
E meno male che l'abbiamo scampata bella sulla previsione con la quale Bottarelli chiude il suo articolo:
Ma questi non sarebbero stati che spiccioli rispetto a quello che rischiamo di pagare con le banche!
È dell’altro giorno la notizia in base alla quale «i debiti della Germania esploderanno come una granata entro due mesi se non si fa qualcosa». A dirlo non è stato un menagramo qualsiasi ma Jochen Sanio, presidente della BaFin, l’ente che regola (si fa per dire) il mercato finanziario tedesco.
Stando a Sanio, se le banche non sfrutteranno in tempi brevissimi i vantaggi dello - scandaloso, ma l’antitrust europeo se non ha a che fare con qualche multinazionale americana dorme sonni profondissimi - schema di protezione offerto dallo Stato, i titoli tossici che hanno in pancia deflagreranno in modo «brutale» e porteranno con sé una serie devastante di downgrading da parte delle agenzie di rating internazionali. Anche perché le “sane” banche tedesche hanno nascosti nei bilanci qualcosa come 200 miliardi di euro di titoli tossici.
«Siamo pressoché certi del fatto che se le banche non cercheranno la protezione statale entro due mesi subiranno la peggiore recessione nei loro portafogli di credito di sempre», ha ricordato Sanio parlando alla conferenza annuale della BaFin la scorsa settimana. E un memo riservato circolato proprio a quella riunione parlava di potenziali e ulteriori perdite per 816 miliardi di euro, due volte le riserve dell’intero settore finanziario tedesco: solo Hypo Re può “contare” su 268 miliardi di “immondizia” da scaricare, seguita da Hsh Nordbank con 105 e Commerzbank con 101 miliardi.
Non male, soprattutto se inseriamo questo dato inquietante all’interno dell’intero quadro europeo: il Fondo Monetario Internazionale ha stimato infatti che le istituzioni finanziarie Ue hanno scaricato solo il 20% dei 900 miliardi di debiti tossici che hanno in pancia e devono ottenere almeno 375 miliardi di capitale fresco rispetto ai 275 delle banche Usa. Il problema è che a settembre in Germania si vota e né le banche né tantomeno la politica sembrano aver voglia di dover affrontare la questione ora: si nasconde l’immondizia sotto il tappeto, insomma, facendosi scudo con lo schema per le bad banks del governo che consente alle banche di spalmare le perdite su vent’anni (20!) attraverso un veicolo finanziario off-balance sheet.
Insomma, la stessa politica suicida delle “zombie banks” della crisi giapponese. Se i tedeschi ammazzassero solo loro stessi con queste scelte, il problema non si porrebbe: ma l’esplosione di quella “granata” evocata da Jochen Sanio trascinerà in un effetto domino l’intero comparto bancario europeo. Italia e Austria in testa. Chissà se ora lo Spiegel dedicherà al proprio paese una bella copertina con un piatto di wurstel e crauti sormontato da qualche chilo di derivati di varia natura…
E meno male che l'abbiamo scampata bella sulla previsione con la quale Bottarelli chiude il suo articolo:
Preparatevi cari connazionali e contribuenti, dopo aver pagato la cassa integrazione alla Fiat per una cinquantina d’anni vi toccherà pagare anche le magagne made in Germany. Se la Cancelliera cede, qualcosina in cambio chiederà al Lingotto…
Ma questi non sarebbero stati che spiccioli rispetto a quello che rischiamo di pagare con le banche!
Labels: banche, crisi economica, crisi finanziaria, europa, Germania
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