Saturday, January 15, 2005

«Forza... Italia!»

Pranzo di lavoro ieri a Roma con Berlusconi, il governatore della Banca d’Italia Fazio e il ministro dell'Economia Siniscalco. Oltre che di italianità (per inciso è esilarante che qualcuno abbia chiamato in soccorso le disarmate dichiarazioni del ministro spagnolo, che si è limitato a dire che "si augurava" che le banche spagnole rimanessero spagnole) si è parlato anche di Fiorani, amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi: «È un gran lavoratore. Lavora 14-15 ore al giorno - avrebbe detto uno dei commensali che però ha subito aggiunto - ...ma sempre qualche minuto in meno del nostro premier». In attesa, fuori Palazzo Chigi, Gianpiero Fiorani, venuto a Roma a concordare le prossime mosse per impadronirsi di Antonveneta. Chi si è sicuramente gustato il pranzo è stato il governatore Fazio che ha incassato il via libera per il suo piano. Ora mancava solo questo al nostro premier: affossare il nostro sistema bancario in un mercato rionale, privo di turbative, magari gestito solo da persone fidate, ma assolutamente asfittico e marginale rispetto al mercato continentale. La decisione di bloccare le banche straniere sembra ora apparentemente spianare la strada di Fiorani ma in realtà la partita vera deve ancora cominciare in quanto le leggi che segue il mercato non sono le stesse delle teorie dirigistiche del nostro premier il quale ha così definitivamente messo in soffitta quello che non era niente altro di più che uno dei tanti inganni con i quali era sceso in campo: il liberismo. Non sorprende comunque l'appoggio dato a un tipo come Fiorani: non fu proprio la Banca Rasini, dove tra l'altro lavorava anche il padre, a finanziare i suoi primi passi da imprenditore venuto dal nulla? E la Banca Rasini non risultò, proprio in quegli anni, di proprietà della mafia? Coincidenze. Come un'altra coincidenza è che il forziere milanese della mafia fu rilevato proprio dalla Popolare di Lodi che all'epoca era poco più di una banchetta a dimensione provinciale e dove di lì a poco, altra coincidenza, sarebbe arrivato dal nulla come amministratore delegato proprio Gianpiero Fiorani. Non sorprende affatto che uno come Fiorani, amico di tanti amici, goda anche delle simpatie, ma forse anche di qualcosa di più, del nostro primo ministro. E poi sono entrambi grandi lavoratori. Lavorano 14-15 ore al giorno. Fiorani lo può ben dire che tanto di questo impegno lo ha messo e continua a mettere per la frequentazione delle Procure della Repubblica di mezza italia, dovendo rispondere di innumerevoli operazioni a dir poco sospette ( potete leggere il nostro precedente articolo "Cavalli di Troia" del 19 novembre 2004 ). Insomma, concludendo, con questi tipi dietro la porta ci toccherà lavorare anche a noi 14-15 ore al giorno.....ma, statene certi, noi lavoreremo sempre qualche minuto in più di loro.

2 Commenti:

Anonymous Anonymous ha scritto...

MINGHIATELLE......
La mafia è in Sicilia!
Peccato che Borsellino era Siciliano, Falcone era Siciliano, Livatino era Siciliano e tanti altri, specie Poliziotti, ERANO Siciliani.
Da noi, in Sicilia, invece sono venuti gli uomini del nord, vestiti scuri, colletti bianchi. Hanno comprato, hanno fuso, hanno fatto utili soprabudget, hanno venduto 50 filiali e oltre 200 Persone (forse, ci auguriamo, fortunati loro).
I nostri bagni sono senza carta per le mani, senza carta igienica, fra poco, SPERANO, senza persone. Se ci fosse, ci si pulirebbe con la carta per fotocopie: non c'è nemmeno quella!
Molti in sono attesa di collocazione, come l'Antonveneta del resto.
Qua c'è la mafia. Altrove ci sono prescrizioni, proposte anticostituzionali per perdere mesi e far trascorrere il tempo, attenuanti generiche senza colpevolezze, anni RUBATI a chi doveva andare in pensione e non può più, inflazione che sale, treppiedi, bandane, cene, incontri, cene, pranzi, colazioni e... merende ............
scusate .... STO VOMITANDO!!!!
Ciao a tutti.

Saturday, January 15, 2005 at 5:31:00 PM EST  
Blogger Perestroika ha scritto...

Gentile lettore,
pur comprendendo il suo amaro sfogo vorrei farle notare che non è con l'autocommiserazione che possiamo sconfiggere queste mafie. Lo dico al plurale perché continuo a pensare che la mafia non è solo un fenomeno siciliano, ma un fenomeno, un modello che attecchisce in ogni Paese dove abbiamo sistemi politici ed economici corrotti e "insani", come appunto quello italiano. La Sicilia avrà la sua peculiarità, ma non abbia dubbi che lo stesso sistema si riproduce anche in "istituzioni", regioni, Banche anche a noi più "vicine". Si faccia coraggio e prenda qualcosa per lo stomaco.

Sunday, January 16, 2005 at 5:22:00 AM EST  

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