Thursday, April 02, 2009

Indici manifatturieri e balle industriali

Abbiamo visto ieri che l'economia seguendo i fattori dei suoi cicli produttivi, come la stagionalità, lo svuotamento e la ricostituzione delle scorte di magazzino e, aggiungo, anche grazie ad alcuni stimoli congiunturali (come gli incentivi alla rottamazione) potrebbe dare dei segnali di ripresa in questo inizio di primavera, ma che questo non significa che il peggio sia passato in quanto non si vedono dati macroeconomici fondamentali che possano farci sperare in un duraturo cambio di direzione, nè per quest'anno nè per il prossimo.

Dovrebbe essere questa la chiave di lettura dei dati sulla produzione mondiale manifatturiera pubblicati nel report di Marzo della JPMorgan e che evidenziano un rallentamento della contrazione nella produzione mondiale. Gli indici descrivono un trend in risalita in tutto il mondo e sono in significativa ripresa rispetto ai bassi livelli degli ultimi mesi del 2008. Tuttavia, sia gli indici della produzione che dei nuovi ordini rimasti a livelli molto bassi, segnalano il permanere della contrazione e nulla che assomigli ad un recupero di entrambi gli elementi.



L'Italia, ancora una volta, a dispetto di Berlusconi, del ministro dell'economia e dei loro corifei della carta stampata, è invece in controtendenza rispetto agli altri paesi, in quanto in Marzo l'indice della sua produzione industriale è sceso al livello record più basso fatto segnare dal novembre 2008. Il nostro premier vorrebbe che la stampa parlasse solo di notizie positive e delle sue imprese londinesi ma alla storiella che "l'Italia ne uscirà meglio degli altri paesi" comincia a non crederci più neanche lui, se mai c'ha creduto.

Labels: , ,