Banche in cura dimagrante
Il CEO di Citigroup Vikram Pandit, Bandit per gli amici, ha dichiarato ieri che la banca non si ritirerà dalle attività in Asia anche se la crisi finanziaria ha ridotto il bilancio di Citi di un buon 25%.
"Non abbiamo alcun dubbio che l'Asia rappresenterà una smisurata fetta della crescita mondiale nei prossimi dieci anni e Citi avrà una grande opportunità per espandere la sua presenza", ha affermato il banchiere già salvato dal governo americano, che detiene ora il 34% del colosso creditizio.
Se punta sull'Asia in un lontano futuro ed è difficile prevedere quel che accadrà solo nei prossimi mesi, Citigroup continua la sua cura dimagrante e si disimpegna anche dal tavolo italiano, dove sta pensando di vendere o, in assenza di buone offerte, di chiudere la sua divisione di private banking.
L'operazione, che fa parte di un programma mondiale di ristrutturazione del gruppo da cui ci si attende la dismissione di asset del valore di 650 miliardi di dollari, prevede una diminuzione del personale di 500 unità entro la fine dell'anno, con un taglio dei posti di lavoro che colpirà proprio l'attività del credito al consumo.
Intanto anche Bank of America continua sulla strada del ridimensionamento e del taglio dei costi grazie ai quali vengono fuori le trimestrali che fanno gridare al miracolo i soliti ottimisti di professione. Il suo Chief Executive Kenneth Lewis ha annunciato che la banca chiuderà circa 610 filiali, riducendo del 10% la sua rete, dopo un'espansione da costa a costa durata vent'anni.
Insomma prosegue lo sciopero dei consumatori, i profitti arrivano solamente grazie a drammatici tagli dei costi e continua ad aumentare la disoccupazione. Se volete, non chiamatela depressione.
"Non abbiamo alcun dubbio che l'Asia rappresenterà una smisurata fetta della crescita mondiale nei prossimi dieci anni e Citi avrà una grande opportunità per espandere la sua presenza", ha affermato il banchiere già salvato dal governo americano, che detiene ora il 34% del colosso creditizio.
Se punta sull'Asia in un lontano futuro ed è difficile prevedere quel che accadrà solo nei prossimi mesi, Citigroup continua la sua cura dimagrante e si disimpegna anche dal tavolo italiano, dove sta pensando di vendere o, in assenza di buone offerte, di chiudere la sua divisione di private banking.
L'operazione, che fa parte di un programma mondiale di ristrutturazione del gruppo da cui ci si attende la dismissione di asset del valore di 650 miliardi di dollari, prevede una diminuzione del personale di 500 unità entro la fine dell'anno, con un taglio dei posti di lavoro che colpirà proprio l'attività del credito al consumo.
Intanto anche Bank of America continua sulla strada del ridimensionamento e del taglio dei costi grazie ai quali vengono fuori le trimestrali che fanno gridare al miracolo i soliti ottimisti di professione. Il suo Chief Executive Kenneth Lewis ha annunciato che la banca chiuderà circa 610 filiali, riducendo del 10% la sua rete, dopo un'espansione da costa a costa durata vent'anni.
Insomma prosegue lo sciopero dei consumatori, i profitti arrivano solamente grazie a drammatici tagli dei costi e continua ad aumentare la disoccupazione. Se volete, non chiamatela depressione.
Labels: Bank of America, Citigroup, crisi economica, crisi finanziaria, Ken Lewis, Vikram Pandit
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