Buone notizie, anzi cattive
A Wall Street non sanno che pesci prendere. Nel dubbio, il Dow Jones non dà segni di vita. Oggi erano attesi due dati macroeconomici importanti: quelli relativi alle costruzioni di nuove case e alla produzione industriale nel mese di maggio. Via Calculated Risk:
Nuove costruzioni per un totale di 532mila unità in maggio, un rimbalzo dal dato più basso di tutti i tempi, le 454mila unità di aprile. Il precedente record negativo di 488mila era stato raggiunto in gennaio (il più basso livello da quando sono iniziate le misurazioni nel 1959).
Le nuove costruzioni di case unifamiliari sono state di 401mila in maggio, sopra il più basso livello record raggiunto in gennaio e febbraio (357mila) e sopra le 400mila per la prima volta dallo scorso novembre.
In crescita anche i permessi edilizi che anticipano l'andamento del settore: il mese scorso si è registrato un tasso di 518mila unità da 498mila di aprile (dato rivisto). Il dato suggerisce che nel mese di giugno potrebbe rimanere lo stesso livello nella costruzione di nuove case unifamiliari.
La pattuglia degli inguaribili ottimisti vorrebbe interpretare questi dati come il segnale che il mercato immobiliare ha ormai raggiunto il fondo. Poichè è invece fisiologico che maggio e giugno siano tradizionalmente i mesi più vivaci della stagione, bisognerà aspettare ancora qualche mese per avere dati che possano confermare una stabilizzazione della situazione.
Se non bastava questa è arrivata un'altra doccia fredda: a maggio la produzione industriale americana è scesa dell'1,1%, contro il -0,9% atteso. Non solo. La produzione manifatturiera è scesa di 1 punto percentuale e il settore automobilistico ha registrato ancora un forte rallentamento (-7,9%).
Un inguaribile ottimista dotato di un certo senso dell'umorismo ha commentato: "Il ribasso è meno marcato rispetto al crollo post-Lehman". Bontà divina: magra, anzi magrissima consolazione anche perchè il tasso di utilizzo della capacità produttiva per tutta l'industria è precipitato in maggio al 68.3 per cento, un livello di ben 12.6 punti percentuali sotto la media del periodo 1972-2008. Prima dell'attuale recessione il punto più basso della serie, che inizia dal 1967, era stato del 70.9 per cento nel dicembre 1982.
Nuove costruzioni per un totale di 532mila unità in maggio, un rimbalzo dal dato più basso di tutti i tempi, le 454mila unità di aprile. Il precedente record negativo di 488mila era stato raggiunto in gennaio (il più basso livello da quando sono iniziate le misurazioni nel 1959).
Le nuove costruzioni di case unifamiliari sono state di 401mila in maggio, sopra il più basso livello record raggiunto in gennaio e febbraio (357mila) e sopra le 400mila per la prima volta dallo scorso novembre.
In crescita anche i permessi edilizi che anticipano l'andamento del settore: il mese scorso si è registrato un tasso di 518mila unità da 498mila di aprile (dato rivisto). Il dato suggerisce che nel mese di giugno potrebbe rimanere lo stesso livello nella costruzione di nuove case unifamiliari.
La pattuglia degli inguaribili ottimisti vorrebbe interpretare questi dati come il segnale che il mercato immobiliare ha ormai raggiunto il fondo. Poichè è invece fisiologico che maggio e giugno siano tradizionalmente i mesi più vivaci della stagione, bisognerà aspettare ancora qualche mese per avere dati che possano confermare una stabilizzazione della situazione.
Se non bastava questa è arrivata un'altra doccia fredda: a maggio la produzione industriale americana è scesa dell'1,1%, contro il -0,9% atteso. Non solo. La produzione manifatturiera è scesa di 1 punto percentuale e il settore automobilistico ha registrato ancora un forte rallentamento (-7,9%).
Un inguaribile ottimista dotato di un certo senso dell'umorismo ha commentato: "Il ribasso è meno marcato rispetto al crollo post-Lehman". Bontà divina: magra, anzi magrissima consolazione anche perchè il tasso di utilizzo della capacità produttiva per tutta l'industria è precipitato in maggio al 68.3 per cento, un livello di ben 12.6 punti percentuali sotto la media del periodo 1972-2008. Prima dell'attuale recessione il punto più basso della serie, che inizia dal 1967, era stato del 70.9 per cento nel dicembre 1982.
Labels: case nuove, crisi economica, produzione industriale
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