Thursday, August 27, 2009

Non dire gatto finchè non l'hai nel sacco

Continua a crescere il tasso di insolvenza sui mutui casa. Secondo Equifax credit bureau nel mese di luglio le insolvenze sono passate dal 7,23 per cento di giugno al 7,32. I dati di Equifax non sono comparabili con quelli della MBA diffusi pochi giorni fa e relativi al secondo trimestre ma indicano comunque una tendenza alla crescita delle insolvenze, il cui picco è previsto per la fine del 2010 e soprattutto...

Rising unemployment continues to make more Americans miss their mortgage payments, a negative sign for the U.S. housing market that has lately enjoyed strong data on sales, prices and mortgage applications.

Già, la crescente disoccupazione fa saltare il pagamento delle rate di mutuo di un numero sempre maggiore di americani, un segno negativo per il mercato immobiliare che pure ultimamente aveva festeggiato per i buoni dati su vendite, prezzi e richieste di mutuo.

Fed e governo americani hanno inondato il sistema con migliaia di miliardi di dollari, e come loro più silenziosamente l'hanno fatto quasi tutti (non certo l'Italia dove a quanto pare si è scelto il decorso naturale della malattia fino al suo stadio finale...) i maggiori paesi industrializzati della terra, ma l'unico effetto sortito è stato quello di provocare un'erezione al moribondo e l'ennesima bolla dei mercati azionari, dove si sono riversati i fiumi di liquidità a basso costo nelle mani di banche e istituzioni finanziarie. L'economia vera ha tratto beneficio solo dal ciclo delle scorte di magazzino e degli incentivi a termine erogati dai governi (vedi a fondo pagina la tabella relativa agli incentivi alla rottamazione negli Stati Uniti), non certo da una impossibile ritorno dei consumi.

Sono infatti questi due ultimi elementi (ciclo scorte e incentivi) ad aver provocato quei segnali di ripresa e di crescita dei PIL di alcuni paesi che fa gridare a tutti gli imbecilli che il peggio è passato e stiamo uscendo dalla crisi. Ma se depurassimo i dati positivi dagli aiuti e dagli stimoli governativi ci renderemmo conto che non ci troviamo di fronte a una ripresa sostenibile. Cosa succederà a settembre quando i deboli effetti degli stimoli termineranno? Se continua la crescita della disoccupazione e della povertà, e continuerà anche nel 2010, come è pensabile che riprenda quel circolo virtuoso(?) che possa smaltire la sovraproduzione mondiale? No, il peggio deve ancora arrivare se ci si limita solo a drogare un sistema che dovrebbe invece cambiare dalle fondamenta.

NOTA: Le colonne sono selezionabili - clicca sulle colonna di testa: State (include distretti e territori), Clunker dollars (dollari erogati per la rottamazione), Population, Dollars per person

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