Wednesday, March 11, 2009

Monte Paschi Siena, ovviamente

L'organo di stampa non ufficiale del Monte Paschi Siena ha diffuso pochi giorni fa l'ultimo bollettino di guerra del gruppo bancario acquartierato in Rocca Salimbeni. A richiesta, e quindi in ritardo, me ne occupo benchè lo consideri, a parte l'allusione al minidividendo, solo come una fonte di non-notizie.

Abbiamo così appreso che il piano industriale al 2011 secondo il presidente Mussari è "ancora credibile". Come dire che il malato respira ancora. Un'eventuale revisione del piano spetterà al prossimo consiglio. Il Cda è infatti in scadenza con l'assemblea di approvazione del bilancio in aprile.

Difendendo la solidità della banca che "è il bene principale e dentro troveremo le forme per dare soddisfazione agli azionisti quando la struttura avrà definito i numeri", (cosa vuol dire, che comunque sarà pagato un dividendo, magari ridotto?) Mussari, sull' assemblea di aprile, si è limitato a dire che il consiglio uscente "lascerà una banca sufficientemente solida per affrontare l'anno che verrà". A prova di rischio sismico?

Sui numeri del gruppo si è sbilanciato di più il direttore generale, Antonio Vigni, che ha rivelato come la raccolta degli impegni del Monte dei Paschi di Siena sia cresciuta anche a gennaio: "le richieste di finanziamento sono aumentate del 2-3% (però la media delle banche italiane - dati ABI - è +4%) sullo stesso periodo dello scorso anno, anche se c'è stato un decremento rispetto a settembre quando crescevano del 6-7%". Da parte di Mps quindi non c'è "un restringimento del credito, anche se la domanda cala". Insomma è nato prima l'uovo o la gallina?

A proposito invece della vendita dei 150 sportelli per obbligo Antitrust, il Monte dei Paschi, dopo la proroga di alcuni mesi concessa dall'Autorità presieduta da Antonio Catricalà, "ha in corso discussioni anche con qualcun altro. Continuiamo le discussioni: abbiamo già detto che i prezzi non ci sembravano congrui, continuiamo a lavorare", ha rimarcato Mussari. Insomma "solo chiacchiere e distintivo, chiacchiere e distintivo", stante che la crisi tenderà ancora a far abbassare i valori di mercato nel corso del 2009.

Oltre agli sportelli il piano di dismissione di asset prevede anche la ricerca di un partner a cui cedere la maggioranza di una newco per gli immobili strumentali. Quelli del Monte dei Paschi hanno un valore di 1,5 miliardi ai quali si aggiungono gli immobili di Antonveneta per altri 700 milioni (ai valori di carico o a quelli di mercato?). "Per gli immobili stiamo lavorando a una soluzione. Spero a breve si possa comunicare", ha specificato Mussari. "E' un altro pezzo del nostro piano oltre gli sportelli, per il resto è tutto completato". Di questi tempi la speranza è l'ultima a morire.

Il presidente di Mps ha infine speso qualche parola in merito ai Tremonti bond: "uno strumento utile ed efficace che servirà all'economia italiana per superare l'attuale fase difficile". Formula di rito accompagnata ovviamente dalla parola d'ordine "aspettare", anche perchè potrebbe essere comunque considerato disdicevole pagare il minidividendo con i soldi presi a prestito da Tremonti. Intanto ha guardato già al possibile rimborso grazie alla cessione degli ultimi gioielli di famiglia: "abbiamo un piano di dismissioni in corso e il risultato potrà essere utile a rimborsare in tutto o in parte quello strumento".

Mentre si raschia il fondo del barile, in Borsa ieri il titolo Mps ha vissuto momenti di gloria chiudendo in rimbalzo a ben 84 centesimi. "Non si può non essere preoccupati per l'andamento delle Borse. Non siamo adeguatamente valutati, non solo noi ovviamente", ha commentato Mussari. Ovviamente invece la Borsa ha ragione e anche questo è stato già scritto (leggi i primi due post della nuova pagina).

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