La ripresa poggia sulle sabbie mobili
Immagino cosa ne pensa il Mago di SondriOz, lui unico al mondo ad aver visto arrivare la crisi, anche se proveniente da tutt'altra direzione, ma si sa, se Nostradamus va interpretato post factum, lui, il nostro per tre volte ministro dell'economia, non parla nemmeno per quartine ma per quartini. Noi, che siamo parchi di libagioni e non confondiamo, per lo più, le lucciole per lanterne, ci siamo fatti guidare in questa crisi da alcune stelle polari che ci hanno indicato sempre la giusta direzione anche nel buio più profondo. Tra questi i bravi analisti di Comstock, che non frequentano gli antri di Maghi o apprendisti stregoni e non usano filtri o pozioni magiche ma numeri, dati e la cruda analisi economica per spiegare quello che sta accadendo e dove stiamo andando. Quello che segue è il loro ultimo commento settimanale che conferma e riassume molte delle osservazioni ed analisi sparpagliate qua e la in questo ed in altri blog non iscritti al Club degli ottimisti di professione.
La ripresa economica tanto celebrata è costruita sulle sabbie mobili. L'attesa risalita del PIL nel terzo trimestre è basata su una massiccia spesa pubblica, un rallentamento nella diminuzione delle scorte, il programma cash-for-clunkers e alcuni numeri fuorvianti del mercato immobiliare. Allo stesso tempo i più importanti motori di una ripresa sostenuta, come una robusta spesa dei consumatori, l'aumento dei salari reali e una ripresa reale del mercato immobiliare, i motori necessari ad una ripresa economica, mancano tutti dall'elenco dei rimedi.
La spesa dei consumatori, che rappresenta il 70% del PIL, è probabile che rimannga depressa per qualche tempo a venire. Con l'indebitamento delle famiglie ancora vicino a livelli record, il deleveraging sarà una caratteristica dell'economia per un periodo prolungato. Il tasso del risparmio delle famiglie, che in precedenza costituiva in media circa il 9% del reddito disponibile, è ancora ad un misero 4,2% dopo essere caduto a zero durante il precedente boom. Da quando il reddito netto delle famiglie è crollato, la necessità di ricostituire il risparmio continuerà a soffocare la spesa. Allo stesso tempo i salari continuano a diminuire, la disoccupazione è in crescita, le ore di lavoro vengono tagliate e un gran numero di lavoratori sono stati costretti a lavoro part-time quando preferirebbero lavorare a tempo pieno. Inoltre, poiché i ricavi delle imprese sono ancora in picchiata, come risulta dai rapporti del secondo trimestre, le imprese continueranno a tagliare il costo del lavoro, riducendo in tal modo il reddito familiare ulteriormente. Inoltre c'è ancora la stretta creditizia e solo la parte dei consumatori più affidabile finanziariamente ha accesso ai prestiti. Tutti questi fattori fanno sì che la spesa dei consumatori e i profitti rimangono sotto pressione e impediscono a qualsiasi vera ripresa di acquistare velocità.
Al tempo stesso i recenti dati sulle case stanno dando una immagine fuorviante della solidità del mercato immobiliare. Le vendite di case esistenti in luglio sono salite del 7,2%, ma gli inventari di case invendute sono cresciuti del 7,3%. Una recente indagine a livello nazionale degli agenti immobiliari ha indicato che solo il 36% di vendite di case non sono state fatte sotto pressione. Le restanti vendite riguardano tutte procedimenti esecutivi (foreclosure), o short sales (al prezzo di vendita pari alla quota di mutuo da pagare) da parte di banche o di venditori non in default, ma in difficoltà finanziarie perchè disoccupati, o con una grave malattia o con problemi familiari. Inoltre il 30% delle vendite riguardano acquirenti della prima casa che hanno approfittato del credito d'imposta di 8.000 dollari che scade alla fine di novembre. Le vendite di case nuove sono salite anche a luglio, raggiungendo le 433.000 unità su base annua. Questo a fronte di 776.000 per il 2007 e 485.000 per il 2008, sempre su base annua. Ricordate anche che le vendite mensili annualizzate di nuove case ha raggiunto i circa 1,4 milioni nel 2007. Sciaguratamente nei prossimi tempi è probabile un'ondata di nuove forclosures. Un recente studio di Deutche Bank dimostra che il 26% di tutte le case con un mutuo sono ad un valore inferiore all'importo del mutuo e che questa percentuale salirà al 48% entro il primo trimestre del 2011. Questo porterà a ulteriori foreclosures e a prezzi più bassi, così come a un peggioramento dei bilanci delle istituzioni finanziarie che hanno concesso i mutui. Da aggiungere al quadro negativo un'altra ondata di azzeramenti di mutui a tasso variabile che aggraverà ulteriormente la situazione.
In conclusione le possibilità per una ripresa di tipo a V sono estremamente ridotte, ed è più probabile che, dopo un trimestre o due di incremento del PIL, l'economia continuerà a sprofondare in una ulteriore recessione. Questo sarebbe un tipico comportamento dell'economia a seguito di una crisi finanziaria. Dopo una risalita del 55% dal fondo, il mercato azionario sta scontando uno scenario molto più roseo, e probabilmente resterà estremamente deluso di come la situazione evolverà nel prossimo periodo.
La ripresa economica tanto celebrata è costruita sulle sabbie mobili. L'attesa risalita del PIL nel terzo trimestre è basata su una massiccia spesa pubblica, un rallentamento nella diminuzione delle scorte, il programma cash-for-clunkers e alcuni numeri fuorvianti del mercato immobiliare. Allo stesso tempo i più importanti motori di una ripresa sostenuta, come una robusta spesa dei consumatori, l'aumento dei salari reali e una ripresa reale del mercato immobiliare, i motori necessari ad una ripresa economica, mancano tutti dall'elenco dei rimedi.
La spesa dei consumatori, che rappresenta il 70% del PIL, è probabile che rimannga depressa per qualche tempo a venire. Con l'indebitamento delle famiglie ancora vicino a livelli record, il deleveraging sarà una caratteristica dell'economia per un periodo prolungato. Il tasso del risparmio delle famiglie, che in precedenza costituiva in media circa il 9% del reddito disponibile, è ancora ad un misero 4,2% dopo essere caduto a zero durante il precedente boom. Da quando il reddito netto delle famiglie è crollato, la necessità di ricostituire il risparmio continuerà a soffocare la spesa. Allo stesso tempo i salari continuano a diminuire, la disoccupazione è in crescita, le ore di lavoro vengono tagliate e un gran numero di lavoratori sono stati costretti a lavoro part-time quando preferirebbero lavorare a tempo pieno. Inoltre, poiché i ricavi delle imprese sono ancora in picchiata, come risulta dai rapporti del secondo trimestre, le imprese continueranno a tagliare il costo del lavoro, riducendo in tal modo il reddito familiare ulteriormente. Inoltre c'è ancora la stretta creditizia e solo la parte dei consumatori più affidabile finanziariamente ha accesso ai prestiti. Tutti questi fattori fanno sì che la spesa dei consumatori e i profitti rimangono sotto pressione e impediscono a qualsiasi vera ripresa di acquistare velocità.
Al tempo stesso i recenti dati sulle case stanno dando una immagine fuorviante della solidità del mercato immobiliare. Le vendite di case esistenti in luglio sono salite del 7,2%, ma gli inventari di case invendute sono cresciuti del 7,3%. Una recente indagine a livello nazionale degli agenti immobiliari ha indicato che solo il 36% di vendite di case non sono state fatte sotto pressione. Le restanti vendite riguardano tutte procedimenti esecutivi (foreclosure), o short sales (al prezzo di vendita pari alla quota di mutuo da pagare) da parte di banche o di venditori non in default, ma in difficoltà finanziarie perchè disoccupati, o con una grave malattia o con problemi familiari. Inoltre il 30% delle vendite riguardano acquirenti della prima casa che hanno approfittato del credito d'imposta di 8.000 dollari che scade alla fine di novembre. Le vendite di case nuove sono salite anche a luglio, raggiungendo le 433.000 unità su base annua. Questo a fronte di 776.000 per il 2007 e 485.000 per il 2008, sempre su base annua. Ricordate anche che le vendite mensili annualizzate di nuove case ha raggiunto i circa 1,4 milioni nel 2007. Sciaguratamente nei prossimi tempi è probabile un'ondata di nuove forclosures. Un recente studio di Deutche Bank dimostra che il 26% di tutte le case con un mutuo sono ad un valore inferiore all'importo del mutuo e che questa percentuale salirà al 48% entro il primo trimestre del 2011. Questo porterà a ulteriori foreclosures e a prezzi più bassi, così come a un peggioramento dei bilanci delle istituzioni finanziarie che hanno concesso i mutui. Da aggiungere al quadro negativo un'altra ondata di azzeramenti di mutui a tasso variabile che aggraverà ulteriormente la situazione.
In conclusione le possibilità per una ripresa di tipo a V sono estremamente ridotte, ed è più probabile che, dopo un trimestre o due di incremento del PIL, l'economia continuerà a sprofondare in una ulteriore recessione. Questo sarebbe un tipico comportamento dell'economia a seguito di una crisi finanziaria. Dopo una risalita del 55% dal fondo, il mercato azionario sta scontando uno scenario molto più roseo, e probabilmente resterà estremamente deluso di come la situazione evolverà nel prossimo periodo.
Labels: cash-for-clunkers, Comstock, mercato immobiliare, ripresa economica
0 Commenti:
Invia il tuo commento
<< Home