Lamberto Cuor di leone
Il presidente della Consob, Lamberto Cardia, nella sua relazione annuale, veste i panni del moralizzatore: ha reclamato maggiore trasparenza e correttezza in tutti i settori finanziari, ha stigmatizzato le società calcistiche (un errore la quotazione) e ha lanciato l'allarme per le piccole e medie imprese strangolate dalle restrizioni del credito.
C'è da chiedersi, dove si fosse nascosto, il fustigatore, nelle scorse settimane - se non vogliamo tornare indietro a casi più antichi e clamorosi -, quando sono stati manipolati, con la complicità della Consob, i corsi di borsa in occasione dell'aumento di capitale di SEAT, Pirelli RE e Tiscali, a danno degli azionisti di minoranza e del parco buoi.
Le grida poi sul credit crunch che starebbe affossando la piccola impresa hanno un qualcosa di surreale. Ma in questo Cardia è in buona compagnia: il tiro al banchiere sembra diventato lo sport nazionale in cui si cimentano tutti, dal governo alla Marcegaglia.
Per una volta fatemi però spezzare una lancia a difesa dei banditi che, alle prese con un incremento esponenziale di incagli e sofferenze che fanno traballare i loro bilanci, non allentano i cordoni della borsa. Come pretendere che tirino fuori i soldi senza garanzie con questi chiari di luna?
Diciamola tutta. Le banche avranno le loro colpe e saranno pure arretrate, ma il governo quali politiche ha messo in campo per stimolare la ripresa e cosa ha messo in concreto a sostegno delle piccole e medie imprese? Nulla. La realtà è che si cercano sempre alibi e capri espiatori dietro i quali nascondersi: e ora chi meglio delle banche può prestarsi a vestire i panni del colpevole?
(Grafico tratto dall'edizione cartacea di Repubblica del 10-07-2009)
C'è da chiedersi, dove si fosse nascosto, il fustigatore, nelle scorse settimane - se non vogliamo tornare indietro a casi più antichi e clamorosi -, quando sono stati manipolati, con la complicità della Consob, i corsi di borsa in occasione dell'aumento di capitale di SEAT, Pirelli RE e Tiscali, a danno degli azionisti di minoranza e del parco buoi.
Le grida poi sul credit crunch che starebbe affossando la piccola impresa hanno un qualcosa di surreale. Ma in questo Cardia è in buona compagnia: il tiro al banchiere sembra diventato lo sport nazionale in cui si cimentano tutti, dal governo alla Marcegaglia.
Per una volta fatemi però spezzare una lancia a difesa dei banditi che, alle prese con un incremento esponenziale di incagli e sofferenze che fanno traballare i loro bilanci, non allentano i cordoni della borsa. Come pretendere che tirino fuori i soldi senza garanzie con questi chiari di luna?
Diciamola tutta. Le banche avranno le loro colpe e saranno pure arretrate, ma il governo quali politiche ha messo in campo per stimolare la ripresa e cosa ha messo in concreto a sostegno delle piccole e medie imprese? Nulla. La realtà è che si cercano sempre alibi e capri espiatori dietro i quali nascondersi: e ora chi meglio delle banche può prestarsi a vestire i panni del colpevole?
(Grafico tratto dall'edizione cartacea di Repubblica del 10-07-2009)
Labels: Cardia, Consob, credit crunch, crisi economica
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