Bank of America fa crollare le altre big bank
Toh, anche gli utili di Bank of America volano, nel primo trimestre, e si posizionano a 4,2 miliardi di dollari. Poi ti accorgi che i profitti rivenienti dalle attività di Merril Lynch pesano sul risultato per almeno 3 miliardi al netto dei costi per l'operazione di acquisizione, così come la vendita della quota in China Construction Bank contribuisce all'utile per 1,9 miliardi. Già solo senza queste due operazioni i conti sarebbero in rosso. Se poi consideriamo che BofA prevede di dover coprire, nel trimestre, 13,4 miliardi di perdite su crediti allora si comprende anche perchè il suo Presidente e CEO, Ken Lewis, non festeggi e rimanga così sobrio.
Il buon Ken anzi confessa che vede un futuro "estremamente difficile, soprattutto a causa del deterioramento della qualità del credito determinato dalla debolezza dell'economia e dalla crescita della disoccupazione". Viva la sincerità. Ma che altro potrebbe dire se le perdite per svalutazioni sono passate a 6,94 miliardi rispetto ai 2,72 miliardi dell'anno precedente, i nonperforming asset sono più che triplicati a 25,74 miliardi, 7,51 miliardi in più dalla fine dell'anno, e le perdite nel settore carte di credito nel primo trimestre ammontano a 1,77 miliardi?
E Ken Lewis non ha confessato ancora tutto. Non bisogna dimenticare il soccorso ricevuto dai nuovi criteri contabili introdotti con il mark to fantasy, i 4,5 miliardi dei contribuenti americani girati a BofA da AIG e gli altri aiuti ricevuti direttamente con il TARP. E chissà cos'altro. Tuttavia tanta improvvisa sincerità, dopo le reticenze e gli allegri annunci dei suoi colleghi, oggi suona strana. Le Borse girano verso il cattivo tempo e Wall Street precipita nel profondo rosso, trascinata al ribasso proprio dai titoli del settore finanziario: BofA (-14,06%), Citigroup (-12,88%) Wells Fargo (-8,64%).
Update: C'è chi non la pensa come me, ma forse non abbiamo visto lo stesso film o forse al cinema non c'è nemmeno andato o è uscito dopo i titoli di testa.
Il buon Ken anzi confessa che vede un futuro "estremamente difficile, soprattutto a causa del deterioramento della qualità del credito determinato dalla debolezza dell'economia e dalla crescita della disoccupazione". Viva la sincerità. Ma che altro potrebbe dire se le perdite per svalutazioni sono passate a 6,94 miliardi rispetto ai 2,72 miliardi dell'anno precedente, i nonperforming asset sono più che triplicati a 25,74 miliardi, 7,51 miliardi in più dalla fine dell'anno, e le perdite nel settore carte di credito nel primo trimestre ammontano a 1,77 miliardi?
E Ken Lewis non ha confessato ancora tutto. Non bisogna dimenticare il soccorso ricevuto dai nuovi criteri contabili introdotti con il mark to fantasy, i 4,5 miliardi dei contribuenti americani girati a BofA da AIG e gli altri aiuti ricevuti direttamente con il TARP. E chissà cos'altro. Tuttavia tanta improvvisa sincerità, dopo le reticenze e gli allegri annunci dei suoi colleghi, oggi suona strana. Le Borse girano verso il cattivo tempo e Wall Street precipita nel profondo rosso, trascinata al ribasso proprio dai titoli del settore finanziario: BofA (-14,06%), Citigroup (-12,88%) Wells Fargo (-8,64%).
Update: C'è chi non la pensa come me, ma forse non abbiamo visto lo stesso film o forse al cinema non c'è nemmeno andato o è uscito dopo i titoli di testa.
Labels: Bank of America, Citigroup, Wells Fargo
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