Banchieri coraggiosi
Paolo Panerai, su Milano Finanza, ha scritto che
Questo pezzo deve aver lasciato una scia di pericolosa sostanza viscosa da Milano fino a Siena, ma non mi interessa qui discutere sulla viabilità delle strade: c'è già Infotraffico ad occuparsene. Mi preme solo sottolineare alcune inesattezze presenti nell'articolo.
L'offerta del Consorzio RBS-Santander-Fortis per ABN Amro risale al Maggio 2007, prima dell'esplosione della bolla finanziaria, avvenuta nell'agosto dello stesso anno. L'offerta del Monte Paschi Siena per Antonveneta è del Novembre 2007 in pieno crollo delle borse e i vertici della banca senese hanno avuto la possibilità di ripensarci fino al maggio 2008. Non parliamo quindi "più o meno dello stesso periodo" a meno che Panerai non abbia un calendario taroccato, magari gentile omaggio del Monte Paschi Siena.
Il rapporto patrimonio impieghi e sofferenze era al 5,3% a Settembre 2008. Oggi, dopo l'ulteriore svalutazione dei mercati è al 4,5%.
Per quanto riguarda la mancata cessione di alcuni asset devo dire che l'ipotesi avanzata da Panerai è davvero suggestiva ma mi fa leggermente sorridere: più che alla saggezza di qualcuno io attribuirei la cosa alla situazione del mercato. Tant'è che la Banca ha chiesto una proroga all'antitrust per la cessione degli sportelli non credo per saggezza ma perchè costretta dalla mancanza di compratori. Ma qui entriamo nel campo minato delle opinioni e sicuramente la mia è meno autorevole di quella dell'imparziale giornalista.
Al quale, in conclusione, faccio però notare che non ci ha spiegato per quale motivo se "Mps è una banca solida e ha un azionista di comando solidissimo" dovrebbe chiedere i fondi dello Stato (a un tasso del 7,5%). Un piccolo neo nel suo obiettivo ed argomentatissimo scritto.
[...] il coraggioso presidente, Giuseppe Mussari, e l'altrettanto coraggioso direttore generale, Antonio Vigni, si trovano con un patrimonio un po' scarso a causa dell'acquisizione di Antonveneta, avvenuta sfortunatamente proprio poco tempo prima dell'esplosione della crisi.
Ma Mps è una banca solida e ha un azionista di comando solidissimo, come la Fondazione senese: non è così precipitato nella drammatica crisi in cui si sono trovati istituti, come la Royal Bank of Scotland, che avevano compiuto operazioni di acquisizione (la olandese Abn Amro) più o meno nello stesso periodo del Monte.
L'acquisto di Antonveneta, anche se a prezzo caro, era ed è fondamentale per Mps per mantenere la sua autonomia come terzo gruppo bancario italiano. La banca senese aveva anche asset sufficienti da vendere per far salire il parametro Core tier 1; ma Mussari e Vigni hanno preso saggiamente tempo per non dover svendere, come la crisi esplosa gli avrebbe imposto.
Il rapporto patrimonio impieghi e sofferenze è al 5,3% ma si sa che è tale non per perdite su titoli tossici ma per un acquisto strategico. Se quindi a Siena decideranno di chiedere i fondi dello Stato, il parametro potrà risalire ai livelli del resto del mercato e il lavoro in profondità che Mussari e Vigni stanno facendo potrà proseguire con risultati lusinghieri come è stato finora sul piano dell'efficienza e della redditività.
Questo pezzo deve aver lasciato una scia di pericolosa sostanza viscosa da Milano fino a Siena, ma non mi interessa qui discutere sulla viabilità delle strade: c'è già Infotraffico ad occuparsene. Mi preme solo sottolineare alcune inesattezze presenti nell'articolo.
L'offerta del Consorzio RBS-Santander-Fortis per ABN Amro risale al Maggio 2007, prima dell'esplosione della bolla finanziaria, avvenuta nell'agosto dello stesso anno. L'offerta del Monte Paschi Siena per Antonveneta è del Novembre 2007 in pieno crollo delle borse e i vertici della banca senese hanno avuto la possibilità di ripensarci fino al maggio 2008. Non parliamo quindi "più o meno dello stesso periodo" a meno che Panerai non abbia un calendario taroccato, magari gentile omaggio del Monte Paschi Siena.
Il rapporto patrimonio impieghi e sofferenze era al 5,3% a Settembre 2008. Oggi, dopo l'ulteriore svalutazione dei mercati è al 4,5%.
Per quanto riguarda la mancata cessione di alcuni asset devo dire che l'ipotesi avanzata da Panerai è davvero suggestiva ma mi fa leggermente sorridere: più che alla saggezza di qualcuno io attribuirei la cosa alla situazione del mercato. Tant'è che la Banca ha chiesto una proroga all'antitrust per la cessione degli sportelli non credo per saggezza ma perchè costretta dalla mancanza di compratori. Ma qui entriamo nel campo minato delle opinioni e sicuramente la mia è meno autorevole di quella dell'imparziale giornalista.
Al quale, in conclusione, faccio però notare che non ci ha spiegato per quale motivo se "Mps è una banca solida e ha un azionista di comando solidissimo" dovrebbe chiedere i fondi dello Stato (a un tasso del 7,5%). Un piccolo neo nel suo obiettivo ed argomentatissimo scritto.
Labels: fondazione monte paschi siena, milano finanza, monte paschi siena, muppet, mussari, panerai, vigni
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