Funerale con resurrezione
Come nelle attese, fallimento pilotato di CIT group, la quinta maggior bancarotta di sempre dopo quelle di Lehman Brothers, Washington Mutual, WorldCom e General Motors. A rimetterci, come sempre, i contribuenti americani che vedono così sfumare 2,3 miliardi di dollari già spesi dal governo nel vano tentativo di salvare la finanziaria che foraggia almeno un milione di piccole e medie imprese americane.
Contenti invece il 90% dei creditori del gruppo che hanno votato a favore del fallimento sotto la protezione del Capitolo 11 della legge fallimentare infiocchettato dentro un progetto di ristrutturazione secondo cui CIT dovrebbe risorgere più bella e generosa che pria entro la fine dell'anno, con un nuovo modello organizzativo, ma soprattutto con 10 miliardi di debito e 30 miliardi di bond cancellati. Gli obbligazionisti in cambio del vecchio riceveranno nuovo debito, gli azionisti ordinari invece rimarranno con un pugno di mosche.
Come direbbe Catalano, meglio l'ospedale che il cimitero, con buona pace del mercato e delle associazioni dei consumatori. Too smart to fail.
Contenti invece il 90% dei creditori del gruppo che hanno votato a favore del fallimento sotto la protezione del Capitolo 11 della legge fallimentare infiocchettato dentro un progetto di ristrutturazione secondo cui CIT dovrebbe risorgere più bella e generosa che pria entro la fine dell'anno, con un nuovo modello organizzativo, ma soprattutto con 10 miliardi di debito e 30 miliardi di bond cancellati. Gli obbligazionisti in cambio del vecchio riceveranno nuovo debito, gli azionisti ordinari invece rimarranno con un pugno di mosche.
Come direbbe Catalano, meglio l'ospedale che il cimitero, con buona pace del mercato e delle associazioni dei consumatori. Too smart to fail.
Labels: bancarotta, chapter 11, CIT group
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