"La diminuzione del personale degli istituti di credito in Italia", ha sottolineato Massimo Masi, segretario generale della Uilca Uil, "è il risultato del saldo annuale tra chi esce e chi entra. Il saldo non è poi così pesante rispetto a altri settori come l'industria, ma c'è da sottolineare un cambiamento in atto. Anche nelle banche aumentano i precari rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, nel senso che i nuovi assunti vengono presi o con contratti a termine o con contratti di apprendistato''.
Una vera e propria "trasfusione" nel senso che vanno via le persone con esperienza, alti gradi e costi elevato mentre vengono assunti apprendistati a 1.000 euro al mese. Cioè cala poco l'occupazione, ma cala molto il costo dei lavoratori e calano gli stipendi. Per parlare degli effetti della crisi economica sul lavoro nelle banche, è stato convocato un tavolo per il prossimo venerdì 18 settembre tra Abi e le otto sigle sindacali dei lavoratori del credito.
Le categorie interessate alle perdite occupazionali riguardano i tre grandi gruppi come Intesa (nel corso del 2009 usciranno 2.500 persone e ne rientreranno solo 1.200), Unicredit (ne usciranno 2.250 e ne rientreranno solo 1.100) e Banca Popolare (ha un saldo di 374 esuberi). Ma le situazioni più gravi sono a Milano e a Roma.
A Milano, ha precisato Masi, perchè molte banche estere hanno chiuso gli sportelli che avevano in Italia e che si trovavano appunto per lo più a Milano e molte persone hanno perso il posto di lavoro. Tra queste banche ci sono Ubs, Bayerische, Citgroup, Commerzbank, Cisco, Macquaire, a cui dobbiamo sommare l'uscita da alcune banche italiane. Si arriva così a un totale di 1.500 esuberi.
Una situazione grave perchè le banche straniere chiudono le filiali e non c'è un riassorbimento. L'altra situazione grave è a Roma dove c'è Fonspa (banca 100% del gruppo Morgan Stanley) che ha 150 lavoratori che rischiano il posto di lavoro e l'Europrogetti Finanza con 161 lavoratori. Insomma, la crisi ha travolto tutti quanti, ma le reazioni sono state diverse e in diversi momenti.
"Ad esempio le piccole banche e le Bcc", ha aggiunto Masi, "hanno continuato ad assumere, rendendo il saldo finale meno negativo". Nonostante questi dati non siano così drammatici si teme per il 2010, perchè nel 2010 ci saranno i nuovi piani industriali di Intesa, Unicredit, Banca Popolare e forse altri. Per cui ci potrebbero essere ulteriori tagli al personale.
“Everything's got a moral, if only you can find it”
«Tutto ha una morale, se solo riesci a trovarla».
(da "Alice nel Paese delle Meraviglie" di Lewis Carroll)
Wednesday, September 16, 2009
Tra le vittime della Lehman anche i bancari italiani
Il crack della Lehman Brothers ha causato in Italia un calo dell'occupazione dello 0,3%-0,5%, pari a circa 1.800 posti di lavoro persi nelle banche in un anno di crisi economica, con un'accentuazione delle perdite a Milano e Roma. Questo il bilancio, tutto sommato meno negativo di altri, dell'andamento occupazionale in uno dei settori, quello del credito, che più si è trovato nell'occhio del ciclone, e dove lavorano attualmente circa 310.000 bancari. E' Milano Finanza a scriverlo in un articolo che prende lo spunto da alcune dichiarazioni del direttore generale della Banca d'Italia, Fabrizio Saccomanni.
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment