Monday, April 06, 2009

Il mark-to-fantasy al potere

Repetita iuvant ma stanca. Gli inguaribili ottimisti invece sembrano non stancarsi mai. Sempre pronti a vedere la ripresa dietro l'angolo, a dire, da mesi, che abbiamo raggiunto il fondo e ora inizia la risalita, a scambiare un gatto morto per un toro sbuffante e scalpitante.

Oggi però alcuni di loro hanno timbrato il cartellino in quel di Wall Street con un cattivo presagio che si è materializzato quando qualcuno gli ha buttato sulla scrivania un rapporto di Mike Mayo, valente analista della Calyon Securities, ed hanno cominciato a vendere a man bassa titoli bancari, trascinando al rosso anche le borse europee.

Ma cosa diceva di così sconvolgente quel rapporto? Niente di particolare, ricordava solo come stanno le cose:

Recent government efforts to stabilize the financial system won't prevent Wall Street's loan losses from exceeding those of the Great Depression by late 2010.

"The industry is in a Catch-22," with banks destined either to remain saddled with toxic assets or to take heavy write-offs as those assets are removed from balance sheets either by the government or private buyers, Mr. Mayo wrote.

He estimated that, on average, banks have marked down their troubled loans at 98 cents on the dollar -- an unrealistically optimistic valuation.

All 11 names mentioned in Mr. Mayo's report traded lower. The hardest hit were Suntrust Banks, off nearly 9%, and BB&T, off 6%. U.S. Bancorp, Wells Fargo, and KeyCorp fell at least 5% each.


Già, gli ultimi sforzi del governo degli Stati Uniti di stabilizzare il sistema finanziario non impediranno che le perdite di Wall Street non eccedano entro il 2010 quelle della Grande Depressione, con le banche destinate ad accollarsi gli asset tossici o pesanti svalutazioni se quegli asset verranno comprati o dal governo o da privati. Per di più, ma guarda un pò, in media, le banche valutano i propri asset tossici 98 centesimi per dollaro, una valutazione, dice Mayo, irrealisticamente ottimistica. Il mark-to-fantasy al potere, aggiungo io.

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